IPASVI Raccomandata
A.R. - Trasmissione PEC Bari, lì 10 maggio ’13 Protocollo n. 38/2013
Angelino Alfano Ministro dell'Interno
Emma Bonino Ministro Affari Esteri
Flavio Zanonato Ministro Sviluppo Economico
Enrico Giovannini Ministro Lavoro e Politiche Sociali
Maria Chiara Carrozza Ministro Istruzione, Università e Ricerca
Beatrice Lorenzin Ministro della Salute
Annalisa Silvestro Presidente Federazione Nazionale Collegi IPASVI
Presidenti Collegi IPASVI d’Italia
Loro sedi
Oggetto:
Infermieristica (e altre discipline) - formazione in Albania e occupazione in
Italia -Comunicazioni e riflessioni
L'Università "Nostra Signora di Buon Consiglio" di
Tirana, ha recentemente pubblicato un documento, che di seguito si riporta integralmente
per titolo e contenuti :
"Per gli studenti dell’UNINSBC possibilità di lavoro
immediato in Italia
Dichiarazione del prof. Gennaro Rocco, presidente del Corso
di Laurea in Infermieristica e Fisioterapia, docente di Infermieristica
Generale, Clinica e Pediatrica e docente di Pedagogia Sociale presso
l'Università "Nostra Signora di Buon Consiglio", Tirana, e
l'Università "Tor Vergata" di Roma, Italia.
I corsi di laurea di infermieristica e di fisioterapia
dell'Università NSBC di Tirana seguono gli stessi ordinamenti didattici delle
università italiane e, in particolare, dell'Università "Tor Vergata"
di Roma. Tali ordinamenti didattici prevedono l'acquisizione di 180 crediti
formativi universitari, che nel sistema europeo corrispondono a 180 CTS e che
consentono un facile riconoscimento del percorso di studi seguito da uno
studente. Questa scelta è stata molto lungimirante perché ci ha permesso di
raggiungere quello che oggi abbiamo, e cioè un riconoscimento immediato del
titolo di studio da parte delle autorità e delle istituzioni italiane.
Abbiamo fatto anche un'altra operazione molto interessante:
l'accordo di cooperazione didattica con le università italiane prevede anche di
rilasciare un titolo di laurea congiunto tra le due università convenzionate.
Mi spiego meglio. Avendo noi un organico di docenti che è quasi completamente
italiano - e quindi condiviso e nominato dalle autorità accademiche delle
nostre università di riferimento italiane - questo ci permette di avere la
possibilità di rilasciare un titolo che ha un valore giuridico contestuale, sia
nell'ordinamento albanese sia nell'ordinamento italiano
Inoltre, abbiamo consolidato una procedura con le autorità
italiane che permette agli studenti di avere un canale privilegiato per poter
esercitare la professione di infermiere o di fisioterapista in Italia e di
avere, come detto, il riconoscimento immediato del titolo di studio. Questo è
possibile proprio perché il titolo di studio viene rilasciato da un'università
italiana. In pratica, uno studente albanese che termina il suo iter di studi
presso la nostra Università fa il suo Esame di Stato italiano in Albania con le
stesse modalità adottate in Italia. Infatti, nella commissione esaminatrice
sono presenti - proprio come in Italia - oltre ai professori universitari,
anche i rappresentanti del Ministero della Sanità italiano e i delegati degli
Organismi che rappresentano le categorie professionali.
Possiamo così trasmettere alle autorità ministeriali
italiane i verbali delle sedute di laurea sottoscritti anche da parte del
Rettore dell'Università convenzionata (nel nostro caso "Tor
Vergata"). A questo punto il Ministero della Sanità, che è deputato alla
verifica dei titoli e al loro riconoscimento, senza ulteriori adempimenti
trasmette la documentazione agli Ordini professionali, cosa che consente
l'immediata possibilità di esercitare la professione in Italia. Ben diversa, e
molto più complessa è, invece, la procedura per tutti gli altri cittadini, sia
europei che extra-europei, che pure hanno conseguito titoli analoghi nei
rispettivi Paesi.
Questo é un grande privilegio e una novità, perché anche
nella libera circolazione dei cittadini dell'Unione Europea - dove esistono da
decenni regole per il riconoscimento dei titoli - un cittadino inglese o
francese che vuole esercitare in Italia, prima di iscriversi all'Albo
professionale deve sostenere una prova di lingua italiana. Gli studenti di
"Nostra Signora del Buon Consiglio", invece, avendo frequentato un
corso di laurea in lingua italiana con una università italiana, non hanno
sottoporsi nemmeno a questo tipo di valutazione. Per fare un esempio, i laureati
della sessione di aprile 2010 presso la nostra sede dopo meno di due settimane
avevano già il loro nomi trasmessi a tutte le sedi degli Ordini e dei Collegi
professionali italiani. Pertanto, se essi un giorno volessero presentarsi hanno
diritto di iscriversi come i cittadini italiani".
E' indubbio che il nostro Paese stia affrontando un momento
particolarmente difficile per la grave crisi economica che ha indotto il
“Governo” all’adozione di una serie di misure di contenimento della spesa
pubblica, ivi compreso la riqualificazione dell’assetto funzionale della
pubblica amministrazione e la riduzione delle dotazioni organiche. Ciò ha
comportato tagli pesantissimi al patrimonio delle risorse umane del SSN.
Il numero di Infermieri in cerca di occupazione che ha conseguito
la laurea in Infermieristica sulla base dei fabbisogni formativi definiti di
concerto tra i Ministeri competenti e le Università Italiane, con le regole di
accesso ai corsi di laurea a numero chiuso, secondo le stime più recenti è tra
i 30.000 e i 50.000. Il dato è in costante aumento se si considerano i
licenziamenti in corso per le crisi economiche subite da molti Enti sanitari
privati e di altra classificazione per le riduzioni rilevanti dei finanziamenti
a diverso titolo.
E' indubbio che le risorse vengano "tagliate" non
in funzione di una diminuita domanda di salute da parte della popolazione ma
solo in funzione della compatibilità economica del sistema (esattamente
l'inverso di quello che dovrebbe essere). L'analisi può essere ulteriormente
sviluppata e pur non essendo questa la sede per gli specifici approfondimenti,
qualche dato va comunque preso in considerazione:
? I dati epidemiologici evidenziano un aumento delle
situazioni cliniche multi-fattoriariali e delle patologie cronico-degenerative,
con conseguente aumento di domanda;
? La situazione demografica evidenzia un aumento della vita
media, con un incremento delle fragilità e delle disabilità;
? Le condizioni socio-economiche portano un aumento della
popolazione in condizione di povertà, con ripercussioni anche sullo stato di
salute;
? Nell’ambito dei paesi OCSE il rapporto infermieri ‰
abitanti per l’Italia è tra i più bassi in assoluto;
? Il sistema delle cure primarie è tutto da costruire;
Sulla base dei dati riportati è evidente che gli infermieri
non sono assunti non tanto perché non servono, bensì perché non ci sono le
condizioni economiche necessarie. Alcune riflessioni:
1. Le razionalizzazioni (forse è più giusto dire i
razionamenti) si realizzano quasi esclusivamente in funzione della
compatibilità economica, nella maggior parte dei casi senza un progetto
"all’origine" di ripensamento del sistema sanitario, sulla base dei
cambiamenti che hanno riguardato l'evoluzione scientifica, lo sviluppo
tecnologico e la domanda dell'utenza;
2. Probabilmente non c'è piena consapevolezza sul fatto che
la diminuzione dei costi per il personale ha come conseguenza una diminuzione
di servizi e di prestazioni all'utenza, con possibili ripercussioni negative
nello stato di salute delle persone, con successivo aumento di costi per le
cure e l'assistenza (e non è detto che questi costi siano minori rispetto a
quelli del personale, anzi, probabilmente sono più alti,... ma di questo
nessuno parla!);
3. Qualcuno (la politica) dovrebbe assumersi l'onere della
comunicazione e della spiegazione a chi è - contemporaneamente - utente,
committente e finanziatore del sistema (la gente) sulla realtà della situazione
e alla motivazione delle scelte;
Detto ciò, ritornando all'oggetto della presente nota
(Infermieristica - formazione in Albania e occupazione in Italia), stante le
situazioni presentate, è opportuno rivedere gli accordi in essere, tenuto conto
delle situazioni che sono nel frattempo cambiate, in particolare:
- Per ogni cosa c'è il suo tempo - non si vogliono
demonizzare le scelte di ieri, probabilmente funzionali a superare una
criticità (carenza di infermieri) presente in quel momento nel nostro Paese;
- Privilegi e penalizzazioni - non si vuole penalizzare
qualcuno a favore di altri, ma semplicemente si ritiene opportuno prevedere una
parità di condizioni, nel rispetto dei principi normativi di riferimento;
- Ruoli - responsabilità - conflitto d’interessi - va
superato le situazioni dove è palese il conflitto di interessi di figure di
grande rilevanza professionale, con ruoli e responsabilità nel sistema
formativo italiano, nel sistema formativo albanese e nei livelli apicali
ordinistici. ./..
In sostanza si chiede un’approfondita riflessione, per
quanto di propria competenza, per rilevare l’opportunità, considerando le
variazioni di contesto intervenute, di sostenere rapporti di cooperazione
didattiche con Università estere, che, di fatto, creano molti “imbarazzanti”
dubbi in tutti i soggetti coinvolti. A titolo esemplificativo sono portati alla
Vostra attenzione, per opportuna conoscenza e per gli eventuali provvedimenti,
alcuni quesiti che un numero rilevante di Infermieri ha portato all'attenzione
dell'Ente scrivente:
1. Qual è il significato della comunicazione istituzionale
contenuta nel titolo di presentazione del CdL in infermieristica: “Per gli
studenti dell’UNINSBC possibilità di lavoro immediato in Italia"?
2. Si ha la consapevolezza delle difficoltà in cui si stanno
trovando gli Infermieri neo-laureati italiani?
3. E’ “buona cosa” la possibilità di differenziazioni di
percorsi, con importanti privilegi per gli Infermieri Albanesi (o forse è
meglio dire per gli Infermieri che conseguono l'abilitazione in territorio
albanese, rilasciata da università italiana, con il placet del ministero)?
4. Si ha la consapevolezza delle pesantissime
razionalizzazioni (forse è meglio dire razionamenti) che stanno interessato la
popolazione infermieristica ? (e in primis i cittadini.)
5. Si è certi che la sede e l’organizzazione didattica del
corso di laurea in Infermieristica rispondano pienamente ai requisiti
tecnico-organizzativi e funzionali definiti dal Miur?
6. Si è certi che l’ordinamento didattico in uso presso
l’Università di “Nostra Signora del buon Consiglio di Tirana”, risponda
adeguatamente alle “regole” definite dal Miur?
7. C'è stato un approfondimento sulle problematiche
conseguenti ai processi di razionalizzazione?
8. L’Università di “Nostra Signora del buon Consiglio di
Tirana”, è formalmente assoggettata al controllo degli organi istituzionali
previsti dall’ordinamento universitario Italiano e non solo, sulla qualità
dell’offerta formativa?
9. Si ha conoscenza che ha raggiunto la ragguardevole cifra
di oltre 2000 il numero di Infermieri laureati Italiani che per ragioni
occupazionali ha abbandonato il nostro paese emigrando nel nord dell’Europa?
Dall'esterno si può solo affermare con assoluta certezza che
non risultano evidenze in tal senso! L’occasione è gradita per salutare
distintamente.
Il Presidente Collegio IPASVI di Bari
Saverio Andreula